Buongiorno,
ho visto con interesse il vostro dibattito perche' mi sto occupando dello
stesso problema e sono determinato a trovare una soluzione che semplifichi
la vita a tutti.
Il mio punto di vista e' il seguente.
La firma della commissione e dell'esaminato e' richiesta dal Regolamento
Generale Universitario di cui al R.D.6 aprile 1924 n.674 (norma
ulteriormente precisata negli artt.42 e 43 del R.D.4 giugno 1938 n.1269)
ed e' poi accolta da molti regolamenti di Ateneo. Tuttavia come la Corte
di Cassazione ha sentenziato (Sentenza n. 3134/98) si tratta di norme
regolamentari che possono essere modificate nell'ambito dell'autonomia
regolamentare degli Atenei.
Rimangono alcuni problemi di carattere generale. E' ovvio che la questione
si pone solo per le prove scritte (all'orale non vi e' nessun problema
visto che si fa il verbale al momento e si firma). La presenza dello
studene all'esame scritto puo' essere certificata da una firma sul compito
(Che certifica quindi anche le domande poste). La Commissione (o il
docente singolo ove permesso) e' ovviamente sovrana nel giudizio. Non si
puo' certo sostenere che lo studente partecipi alla formazione del
giudizio. E' quindi ovvio che la sua firma ne attesta la presenza, non la
condivisione del risultato. Ricordo che la prassi di permettere il rifiuto
del voto non ha fondamento giuridico (anzi non si fa il verbale di un
fatto avvenuto e questo potrebbe essere criticabile). Quindi essendo
pacifico che lo studente non partecipa alla formulazione del giudizio la
sua firma non ha nulla a che vedere con questo ma solo con l'attestqzione
della sua partecipazione all'esame. La situazione è normale in molti altri
esami (gli esami di stato, ad esempio) dove il candidato firma il foglio
presenze (allegato poi al verbale) e la sola Commissione firma i giudizi.
Certo sarebbe bene evitare errori, sempre possibili e garantire
trasparenza. La sola conservazione dei compiti con le valutazioni del
docente (con obbligo di conservazione per un periodo congruo) costituisce
in se' elemento adeguato a garantire la possibilita' dello stuente di
ricorrere contro possibili errori di valutazione (si noti che il compito
porterebbe la firma dello studente e pertanto errori di persona non sono
ragionevolmente possibili o comunque correggibili). Infine, con mezzi
telematici (password personale, ecc.) potrebbe essere gestito il problema
del rifiuto del voto (Che deve essere fatto passare per un ritiro del
candidato dato che il rifiuto giuridicamente non esiste).
Tutto questo senza ricorrere ai complicati e costosi meccansimi della
firma digitale.
Io soto provando a convincere la mia amminsitrazione in questo senso.
Spero nei vostri commenti. Il caso dello studente che ha avviato il
dibattito a me capita, in questoperioro, 20 volte al giorno!!
Paolo
Post by AlessandrOPost by FabMindIo nello studio che ho fatto mi sono sempre basato sul regolamento di
ateneo che prevede sempre la firma dello studente che attesta la
presenza alla prova d'esame.
Credo che al polimi abbiano risolto la faccenda cambiando il
regolamento d'ateneo.
Ad ogni modo mi sara' molto utile questa informazione e informero' il
prorettore che ci potrebbe essere una soluzione del genere, magari
mantenendo la ridondanza del dato per dare maggiore sicurezza.
afaik, nel nuovo ordinamento degli studi al polimi, la presenza alla
verbalizzazione non è necessaria: leggo sul web che ho preso 30, va bene
così, torno a casa. vedo molti professori che scrivono "chi non vuole
verbalizzare il voto venga per l'orale, se vuole ripetere lo scritto me lo
comunichi entro le xx:xx"
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